Durante le mattine - e questa è abitudine quotidiana - mi regalo una pausa caffè a uno dei bar del mio quartiere, sito in una piazzetta frequentata per lo più da famiglie e possessori di cani.
Questo intermezzo rilassante e gioviale è divenuto anche momento di incontri, chiacchiere e saluti fugaci con volti che oramai sono divenuti gradevoli conoscenze. Ognuno di loro sa qualcosa di me; ed io conosco qualcosa - anche un dettaglio o un minimo resoconto - delle loro vite. Ci raccontiamo, ognuno a modo suo e ognuno come può. E così mettiamo nel cuore degli altri parti del nostro stare al mondo.
Questo scambio continuo, questo flusso di esperienze, questo tempo che vola e che suscita al tempo stesso nostalgia per ciò che non c'è e ansia dell'ignoto, è come stare all'interno delle pagine di un romanzo, in un posto nascosto, leggero e avventuroso che mi permette di ribadire il mio mondo interiore e di riparare attraverso la connessione equilibrata tra dentro e fuori. In quel bar, all'interno dei confini di quella piazzetta, ci puoi trovare tutto il mondo di un libro: la possibilità di esprimersi, di parlare all'altro e con l'altro, di osservare, assaporare, ascoltare, e fare dell'esperienza la possibilità di trasformare ciò che
arriva di profondo e vitale dal mondo in puri pensieri che portano alla luce la verità di me, come l'acqua che, trasparente, non nasconde.
arriva di profondo e vitale dal mondo in puri pensieri che portano alla luce la verità di me, come l'acqua che, trasparente, non nasconde.
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