Un sabato assolato a Roma.
E' mattina e c'è silenzio...siamo a Luglio e la città si sta spopolando.
Non ho voglia di andare al mare, perché immagino la spiaggia affollata dalle persone rimaste in città, che approfittano del fine settimana per regalarsi una giornata al mare.
Socchiudo la persiana della camera da letto, appena quel poco affinché la luce del primo pomeriggio sia meno invadente e mi lasci riposare godendo della frescura generata dal ventilatore e di quella leggera penombra in cui mi sono immersa.
Questo è il mio momento preferito delle giornate d'estate, quando sento solamente echi lontani provenire dalle altre case e attorno a me si espande un silenzio che concilia il riposo.
E' il momento della lettura, quando la vita mi suggerisce il passaggio a istanti altri, suggellati da quell'atto di amicizia basata sulla confidenza e la fiducia che si è instaurato, ormai da anni, tra il libro e me. Una fiducia generata dall'affidabilità, dalla possibilità di ascoltare e di farsi ascoltare, dal rispetto di quella speciale sensibilità di parlare solo di ciò che si ha voglia di dire, tutelata dall'intimità nascosta tra gli angoli misteriosi di me, quel vero me che fa fatica a uscire fuori e a manifestarsi agli altri nella sua verità.
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