Sta per cominciare una nuova giornata di marzo.
Dalla finestra guardo il cielo plumbeo, striato del grigio del piombo e carico di luce appannata e già stanca.
Non sento odore di pioggia e immagino già che tra qualche ora un raggio sottile di sole allungherà il suo braccio dorato verso di me.
A dirla tutta, sono qui a mirare assorta il cielo, perché un mio allievo stamane non si è presentato alla nostra consueta lezione di storia dell'arte e un po' di riflessiva malinconia si sta impadronendo di me. Riflessiva purché sia fruttuosa e veritiera rispetto ad analitiche considerazioni sull'insegnamento - sulla mia personale modalità di insegnamento - e sulla cultura, sull'arte, su quella folle e affamata curiosità che mi ha contraddistinto dall'infanzia; considerazioni personali e intime su quel primario, fondamentale gesto del prendere la penna in mano, che per me rimane il simbolo indiscusso, essenziale della mia personale libertà.
Educazione rigida, rispetto estremo ed estenuante delle regole...quelle degli altri; i miei genitori - che sono la rappresentazione di quella fascia di immigrati che negli anni Sessanta dal Sud Italia si sono trasferiti nel centro Nord - giunti a Roma dalla campagna del Meridione hanno vissuto fino ad un mortificante stremo quella precaria sensazione di sentirsi nel ventre basso del mondo, perché non erano adeguatamente istruiti. E questo - loro malgrado - mi hanno trasferito nelle vene, nutrita, come sono stata, da gente che di libri ne aveva letti pochi.
Mia madre, in particolare, mi ha trasferito la gioia sottesa all'apprendimento, la curiosità di una bambina spettinata che a 10 anni è andata a bottega. Questo suo sacrificio, che l'ha portata a diventare una sarta esperta e molto apprezzata, l'ha pagato caramente a livello emotivo e lo ha ripiegato su di me attraverso quella ossessiva soggezione dell'altro.
Quel suo senso di inadeguatezza nel mondo e questo mio sentirmi smarrita e persa in una società che non comprendo: l'ho ereditato da lei.
Questa penna - oggi e sempre - e questo mia insaziabile curiosità e amore per i libri e le storie l'ho preso da lei. Facce di una stessa medaglia; opposti conciliabili solamente sula terreno seminato e fiorito della cultura.
Nessun commento:
Posta un commento