venerdì 15 aprile 2022

Mia madre e i libri II

Sono nata di domenica pomeriggio.

Tale evento, assolutamente fortuito legato al momento del mio travagliato apparire su questa Terra, influì, secondo mia madre, a determinare l'energia e la modalità con cui avrei affrontato la vita.

Sempre secondo mia madre, la quale - originaria di terra popolata da streghe appartenenti al mondo agreste e contadino e che, quindi, non era estranea a leggende di incantesimi e fatture - credeva fortemente nella lettura degli astri e in alcuni segni onirici che più di altri a suo dire erano maggiormente influenti sulle nostre esistenze di mortali, venire al mondo di domenica pomeriggio aveva l'accezione di contenere l'impronta di persona comoda, lenta, amante della tenue calma e della docile tranquillità; persona che tira via la vita con indolenza e pigrizia. Fu così che si arrese fin da subito a coinvolgermi in questioni domestiche e quasi per voler di fato che quell'indole mi aveva imposto, cominciai ad essere considerata la letterata di famiglia. Ovvero quella persona a cui non potevi chiedere di accendere il gas sotto la pentola per far bollire l'acqua della pasta, perché, avrebbe fatto bruciare pentola, coperchio e l'acqua stessa. 

Non so se mia madre, con quel suo modo magico di stare al mondo avesse intuito qualcosa di me che ancora oggi io stessa non so; non so se spinta da questa sua credenza o forse da una mia indole e predisposizione che la natura mi diede e che lei intuì, io veramente crebbi amante dei libri, della scrittura e, per parecchi anni della mia esistenza, non mi interessai affatto a questioni domestiche.

In realtà, altresì, questa mia predisposizione per le narrazioni si intrecciò fittamente con l'ambiente domestico e femminile della mia casa: la cucina, che, negli anni, fu il luogo che maggiormente amai quale spazio


per approfondire le mie letture e per restituite quelle letture, attraverso mia madre, al suo focolare terrestre. 




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