domenica 20 febbraio 2022

Quadro Rumbero

Si formò la rumba.

Eravamo in una sala rettangolare. Le pareti arancio chiaro, le finestre color marrone con le persiane nere. Lungo i lati della sala si aprivano porte, il cui perimetro era disegnato da pesanti tendaggi che celavano il passaggio verso le altre stanze; stanze che si aprivano l'una dentro l'altra, a rendere quel luogo un posto dove riuscissero a convivere il sacro e il profano.

Si formò la rumba.

Ebbe inizio con un suono di clave pa, paum, paum, pa, pa.

Di seguito la diana del canto e il canto vero e proprio. Siento que mi alma lo busca un calor. Siento que mi alma lo pide un calor.

Poi la guàgua, rafforzativo della clave.

Inizia il salidor, il tamburo che sta al centro e ha il timbro grave; risponde il tres-golpes, che sta alla sinistra del salidor e ha il timbro medio infine il quinto, che sta alla destra del salidor e ha il timbro più acuto e che commenta gli spazi lasciati dal canto.

Osservavo, da spettatrice, il quadro rumbero. E mentre provavo a carpire quel particolare codice comune ai musicisti, per intuire in quale modo la comunicazione tra loro fluisse al fine di rendere quel gruppo così composito ed eterogeneo una unica integra sinfonia, mi perdevo in mie riflessioni rispetto al talento e a quel profondo, carnale, passionale desiderio che ci spinge a perseguire la conoscenza autentica che sta dentro le cose che amiamo.

Guardavo uno dei musicisti cambiare ruolo, all'interno del quadro, mantenendo rispetto ad ogni strumento la medesima familiarità e mi chiedevo come un musicista napoletano potesse essere entrato così profondamente all'interno di una cultura altra (in questo caso quella cubana), da viverla in maniera così autentica.

Mi rispose che si creano possibili connessioni ultra-dimensionali, che possono essere di tipo etnico, culturale o musicale, al di là dell'appartenenza originaria, biologica. 

Esistono delle appartenenze elettive che la musica e l'arte in generale ti permettono. 

A mezzanotte la serata terminò. 

Tornai a casa con il desiderio di scrivere per fermare quelle emozioni suscitate dalla presenza


a un incontro, che trova la sua ritualità nel praticare e nel rinnovare, attraverso la musica e la danza, una espressione autentica della propria vita personale. 



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