Oyà è propiziatrice di cambiamenti: veste i colori dell'arcobaleno e tiene in mano l'iruke, con il quale comanda il vento e le tempeste. Guerriera coraggiosa, viene considerata una dea che mal sopporta la stagnazione: può essere ispirazione per la nascita gloriosa del nuovo.
I libri sono il luogo dell'umanità e delle sensibilità autentiche, del riappropriarsi di valori irrinunciabili. La forza contenuta nelle parole dei libri è la stessa eloquenza di Oyà, che consiste nell'articolare un discorso chiaro e fluente, ammaliante e profondo, la cui danza, piena di movimenti ritmici e veloci, rappresenta la trasformazione che crea nuove possibilità.
All'improvviso il silenzio avvolge ogni cosa. Gli atti narrativi creano relazioni. Possiamo immergere la nostra esistenza nel flusso di una inedita pratica della memoria, attraverso la quale ritrovare quel senso perduto del vivere, quell'attenzione poetica alle storie proprie e altrui, che, in questo tempo che per me si identifica massimamente con il simbolo dell'oscurità e della distruzione, attraverso la lettura, si rinnova quale spazio di incontro, confronto e
conforto.
Nessun commento:
Posta un commento