Passeggiavo per Napoli.
Era domenica mattina; i vicoli freddi erano bagnati dal sole di Gennaio.
Giunta a Piazza Dante mi trovai difronte Port'Alba.
Entrai e e tutto diventò del colore della pietra lavica, di un grigio grafite.
Ebbi la sensazione di percorrere un cunicolo le cui pareti erano fatte di negozi di libri.
Mi sentii coinvolta dal dover fare incetta di informazioni, in quel breve tratto. Inevitabilmente venni chiamata dai titoli dei libri esposti e avvertii di essere stata indirettamente invitata a consultare quelle seppur brevi informazioni.
Che me ne sia resa conto o no, quando arrivai al successivo arco, non fui più la stessa persona di prima, perché quei libri che mi parlavano dalle bancarelle sulla strada mi permisero di entrare in contatto con il senso più autentico della città.
A Port'Alba il libro rappresenta l'andare al centro di se stesso. Ha il significato profondo di un passaggio iniziatico, di un'occasione per una erudizione spirituale. E il libraio rappresenta l'accompagnatore, il traghettatore verso una realtà di silenziosa riflessione
Nessun commento:
Posta un commento