Liberamente tratto dal romanzo di Giuseppe Sgarbi, il film racconta la storia d'amore tra Giuseppe e Rina. A seguito della morte di lei, per aiutare il vedovo nel dolore, i figli "arruolano" uno scrittore a raccoglierne i ricordi.
Nel suo ultimo film Pupi Avati consegna alla scrittura il ruolo sacrale di custodia della memoria, del ricordo e della guarigione. La scrittura, a cui vengono affidati i racconti orali, diviene prosa struggente e nostalgica.
Un film dedicato al ricordo, al cuore, alla sconfinata giovinezza che, attraverso la scrittura, divengono meta e partenza di un viaggio che ci trasforma nella nostra essenza.
“L’uomo mortale, non ha che questo d’immortale. Il ricordo che porta e il ricordo che lascia”.
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