Conobbi Frida Kahlo un pomeriggio piovoso di molti anni fa, al cinema Quattro Fontane di Roma.
Mi imbattei per caso nel film che narrava la sua tormentata vita. Fu un pugno allo stomaco, un dialogo tra anime affini, che è arrivato diretto attraverso un linguaggio femmineo, sanguigno, crudo, archetipico.
Da quel giorno cominciai non solamente ad interessarmi alla sua opera artistica, ma anche alla sua biografia: oggi la mia biblioteca conta più di una quindicina di libri dedicati a lei.
La Passione di Frida di Caroline Bernard è un romanzo che narra e scava, è storico e sentimentale, tormentato e accattivante.
Spregiudicata e sensuale, femminile e androgina, cruda e romantica, sapiente e popolana, dolce e aggressiva, Frida Kahlo ha parlato di un'arte fatta dalle donne, di un universo misto di amori traditi e sapienza arcaica, di solidarietà e di parole ingoiate.
Un mondo nel quale l'arte trova canali e moduli espressivi del tutto originali, che parlano di una esistenza conquistata con fatica, di una quotidianità che vive parallela alla ritualità popolare e che diventa arte raffinata, nel momento in cui parla con sensibilità cruenta, sublimando i dolori della vita.
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