A Trastevere alzai lo sguardo.
Mi fermai ad osservare un pergolato di legno, a proiettare l'ombra di corpi morbidi, disegnando una zona di superficie non più illuminata dai raggi del sole; i raggi erano intercettati dalle aste di legno interposte tra i corpi e la sorgente luminosa.
Quella immagine mi ricordò le estati della mia infanzia, a Gallipoli.
La pause dopo pranzo, sdraiata con mia nonna, nel giardino di casa, a riposare mentre l'afa bruciava l'asfalto della strada e mia madre si attardava a ripiegare i panni seccati dalla calura.
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