Esiste una confine tra ciò che è interno e ciò che è esterno.
La finestra è immagine che simbolicamente rappresenta questo spazio di confine.
C'è un dentro.
I libri ingialliti, il pianoforte che attende di diventare musica, il mio cane che sonnecchia, fogli sparsi di poesie lasciate a metà, la tazzina blu con i fondi di caffè.
Dalla finestra guardo i miei fiori: bouganville, ciclamini, gerbera, peperoncini, salvia, begonie. Vivono insieme, in fila, in successione, arrampicandosi, sfiorando i muri, incrociando le loro foglie e i loro rami, scontrando i loro colori. Le mie piante respirano, sentono; si fanno coccolare quando fa freddo e si stiracchiano al sole nelle giornate calde. Amano essere osservate e se un giorno manco di guardarle divengono permalose e lasciano ingiallire una piccola foglia a testimoniare che l'essere visti è parte importante anche della loro vita.
I libri ingialliti, il pianoforte che attende di diventare musica, il mio cane che sonnecchia, fogli sparsi di poesie lasciate a metà, la tazzina blu con i fondi di caffè.
È il dentro...del mio tempo, che è quello dei desideri, dei sogni lasciati andare; è il tempo del quotidiano che attraversa trafiggendo le ore scandite, delle fotografie che rendono immobili istanti in continuo fuggire.
C'è un fuori.Dalla finestra guardo i miei fiori: bouganville, ciclamini, gerbera, peperoncini, salvia, begonie. Vivono insieme, in fila, in successione, arrampicandosi, sfiorando i muri, incrociando le loro foglie e i loro rami, scontrando i loro colori. Le mie piante respirano, sentono; si fanno coccolare quando fa freddo e si stiracchiano al sole nelle giornate calde. Amano essere osservate e se un giorno manco di guardarle divengono permalose e lasciano ingiallire una piccola foglia a testimoniare che l'essere visti è parte importante anche della loro vita.
Ciò che mi separa e al tempo stesso mi unisce, un universo dove lo spazio è come tagliato in due, tra individualità e alterità.
È qualcosa che ha a che fare con una delimitazione, un muro, una linea separatrice intoccabile, che diviene rifugio per chi la abita.
E io...io ho scelto di abitare il mondo senza confini, attraverso una singolarità sovversiva fuori dai limiti di una dogana.
Questo ha a che fare con una tensione che spezza il legame attraverso il movimento libero. È lì che diviene frontiera, terra nuova da esplorare, soglia permeabile e aperta, ricerca di uno spiraglio dove la possibilità va cercata e affinata, attraverso la quale si entra in contatto con l'altro e dove il contatto aumenta il fluire dell'energia e la sperimentazione amplia gli orizzonti e l'attenzione su ciò che accade.
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